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Birillume, (la prima) lampada in plastica fossile
Dalla seconda metà dell’800, con l’avvio dell’era dei consumi, si introduce una modalità creativa nuova che dilagherà sempre di più nel secolo a venire: l’invenzione di nuovi bisogni. Questa discutibile tendenza d’incentivare a tutti i costi il consumo per evitare l’arresto dell’economia globale, ha deformato il senso del progetto primordiale scaturito dalla necessità di rispondere alle necessità oggettive dell’uomo. Per riflettere sul “falso design” e sulla falsificazione più generale nella quale vive la società contemporanea, Arago Design concepisce il “Birillume”, l’apparentemente banale ready-made “studentesco” di un birillo stradale trasformato in doppia lampada che nasconde in realtà una sorprendente storia in bilico tra la comicità e la fantascienza. L’oggetto in questione non è infatti in plastica, ma in “plastica-fossile”, materia che conosceremo tra migliaia di anni, la cui anticipata presenza è narrata nel racconto inedito “Terra eri, terracotta diventerai…” scritto da Dario Oggiano.
 
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“…io sono un Designer, e pertanto, sono un ideatore del Vero.” afferma Giorgio Onada, il protagonista del racconto, in risposta alle critiche ricevute in merito al suo Birillume, e per metterle a tacere una volta per tutte decide di raccontare la vera storia del primo oggetto di design in “plastica fossile”, una strana storia di agenti di commercio che saltano nel tempo per barattare oggetti che soddisfino le passioni di collezionisti annoiati.
 
 
storie di verità e bugia
Gli oggetti che raccontano storie di verità e bugia parlano di progetto, di costruire, di possedere, di utile e di inutile, parlano onestamente quando ricordano il passato e sono bugiardi quando affrontano il presente.
Sono oggetti che parlano di Design prima del Design.

 

 

 
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